"Brave New World" (Il Mondo Nuovo) di Aldous Huxley 1932. Sembra una data tanto lontana da spingerci a ritenerla come marchio di idee, consuetudini e società remote e quasi totalmente distaccate da quella che è la realtà dei nostri giorni. Non è così, e Aldous Huxley, celebre scrittore inglese, ne è una delle prove più schiaccianti. Tra romanzi, racconti, poesie, diari di viaggio e saggi la sua opera appare vastissima, ma, come accade per ogni autore che si rispetti, è facilmente rappresentabile con un unico, immenso e immortale libro, che nonostante tutto è spesso subordinato a un suo derivato, il noto 1984 di George Orwell, di cui il britannico fu il maestro: Il mondo nuovo. Partiamo dal 1908, l'anno in cui l'americano Jack London di Martin Eden e Zanna Bianca scrisse Il Tallone di Ferro, forse il primo romanzo fantapolitico e antitotalitario. Il filone della distopia trova lì la sua vera culla, motivata dalle inquietudini e dalle pressioni del Sogno Americano che vede vicino lo scoppio del primo conflitto mondiale. Già London individuava catastrofi politiche che sarebbero sorte nella loro enormità soltanto un secolo dopo, descrivendole con una terribile e impressionante precisione, quasi come un profeta che anticipava e prevedeva il baratro scavato oggi dallo sfruttamento economico, in cui sono cadute tante, o forse sarebbe meglio dire troppe, nazioni. Huxley, studioso di scienze e tecnologie, descrive una realtà che della scienza ha fatto lo strumento per dar vita a un "mondo nuovo", dove gli uomini sono divisi in cinque caste, dagli Alpha agli Epsilon, perché programmati così grazie a un intenso e complesso procedimento in laboratorio, che parte dalla creazione artificiale di nuovi embrioni, si sviluppa con una serie di bombardamenti chimici di sostanze che permettano di "confezionare" esseri umani e terminano con l'ipnopedia, terapia basata sull'ipnosi che, tramite la ripetizione continua di slogan, impartisce un'educazione adeguata ai nuovi uomini. Ma di genere umano si può parlare? Grottesche e senza cuore, con una moralità totalmente distorta e con inclinazioni animalesche, creature di un pianeta che ha ormai dimenticato ogni parvenza di buonsenso del nostro contemporaneo e ogni forma di religione, sostituite dal culto di Ford (riferimento all'industrialismo automobilistico americano), talvolta chiamato anche Freud (il filosofo che si occupò della psicologia umana e che condusse studi sulla sfera emotiva, concentrandosi sull'infanzia dell'uomo). Inoltre, per controllare al meglio la popolazione, le grandi autorità hanno messo in commercio una droga, il soma, che viene quotidianamente utilizzato dai cittadini per qualsiasi scopo medico e non. Sembra un'organizzazione indistruttibile e perfetta nella sua più acuta distopia, dove anche i pochi selvaggi rimasti, come John, vengono trasportati nella civiltà moderna. Nella ferma convinzione di uno sfondo profetico nel suo scritto, e come ulteriore conferma, 26 anni dopo, nel 1958, pubblica un nuovo saggio, espressione di quelle verità che iniziavano a dispiegarsi già dagli anni del boom economico: Il ritorno al mondo nuovo. Analizza nel dettaglio tutte quelle che erano state inizialmente delle semplici supposizioni, che il tempo e i governanti ai vertici delle grandi potenze mondiali avevano trasformato nella realtà di tutti i giorni, originando vorticose dinamiche che tutt'oggi ci gravano: la sovrappopolazione, l'accentramento del potere economico con le super organizzazioni, la pressione della propaganda e del marketing, la commercializzazione degli psicofarmaci e la diffusione delle droghe, la manipolazione psicologica e l'ipnosi. Sembra che lo scrittore abbia utilizzato la macchina del tempo per andare avanti e dare un'occhiata al nostro mondo "nuovo", per poi tornare nel suo scrittoio a elaborare il suo capolavoro, ma su questo avrei qualche dubbio. George Orwell, autore del già citato 1984 e de La fattoria degli animali, continuerà sulla scia distopica a narrare di una dittatura e di uno schiavismo sempre più oppressivo, a descrivere parodisticamente gli orrori della Russia di Stalin e a sorprenderci con le sue previsioni sempre più esatte. Dovremmo temere un futuro ancora più buio del nostro presente? Nella speranza che molte delle argute ipotesi dei due autori si privino di crudi risvolti negli anni a venire, perché sarebbe troppo difficile accettare che anche questa volta, purtroppo, avevano ragione. Ringrazio la Chiazza di Grutti 2.0 per avermi dato l'opportunità di scrivere sul blog, la rubrica "Il Trafficante di Libri" ha ancora tanto da raccontare! Per chi volesse leggere online il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, basta cliccare sul titolo per leggere il testo completo. Enrico Bellomo.
2 Comments
Calogero
10/8/2014 03:26:42 am
Complimenti Enrico! Sapevo che potessi fare un ottimo lavoro!
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Enrico
10/8/2014 03:51:33 am
:) Grazie mille
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