Basis Point: la tassa a favore della SIAE scaricata sui consumatori finaliBentornati ad un nuovo appuntamento con la rubrica "Basis Point". Oggi vi parlerò della nuova tassa sull'equo compenso di cui probabilmente non ci siamo neanche accorti imputando il lieve aumento dei prezzi di alcuni prodotti Hi-tech alle normali logiche del mercato. Vediamo di cosa si tratta. Introdotta con il D.M. 20 giugno 2014 chiamato anche decreto Franceschini e entrata in vigore lo scorso 7 luglio punta a rideterminare la misura dei compensi di copia privata dovuti alla SIAE a causa dei mancati introiti derivanti dalle copie private di canzoni, film e tutto ciò che rientra nella fascia di prodotti coperti da diritto d’autore. Cos'è la copia privata? La Copia Privata è il compenso che si applica, tramite una royalty sui supporti vergini fonografici o audiovisivi in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. In questo modo ognuno può effettuare una copia con grande risparmio rispetto all’acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso. Prima dell’introduzione della copia privata, non era possibile registrare copie di opere tutelate. In Italia, come nella maggior parte degli Stati dell’Europa Unita è stata concessa questa possibilità, a fronte di una royalty forfetaria per compensare del mancato acquisto gli autori e tutta la filiera dell’industria culturale. L’entità del compenso tiene conto del fatto che sui supporti si possa registrare anche materiale non protetto dal diritto d’autore. La SIAE riscuote questo compenso e lo ripartisce ad autori, produttori, editori e interpreti. fonte: SIAE La tassa si applica ai produttori italiani o importatori di dispositivi dotati di memoria di massa ossia a tutti quei dispositivi in grado di immagazzinare dati; hard disk, chiavette, cd vergini, schede di memoria ma anche smartphone, tablet, computer e televisori con funzione di registrazione. Una tassa che inevitabilmente i grandi colossi hanno deciso di scaricare sui consumatori con ritocchi all'insù dei vari listini. Ecco a quanto ammonta la tassa per i principali dispositivi: Apple è stata la prima a ritoccare i prezzi dei propri dispositivi: 4,76 € in più su un iPhone 5s da 32 Gb, 3,54 € in più su un iPad, sempre da 32 Gb. Un equo compenso che di equo non ha proprio niente e in alcuni casi fa pagare addirittura due volte i compensi spettanti alla SIAE ad esempio i consumatori che acquistano musica e film legalmente da piattaforme online, pagano infatti già a monte i diritti d'autore per poterne fruire (e fare copie) su un certo numero di supporti e quindi non ha senso far pagare una seconda tassa su quest'ultimi dispositivi. CONSUMATORE PRESUNTO COLPEVOLE: l'ambiguità sta nel fatto che il balzello sui sistemi di archiviazione (che tassa non è quanto piuttosto un diritto d'autore a riscossione indiretta) è basato su una presunzione di colpevolezza: l'utente "può" riprodurre musica o film. Cioè non è affatto detto che chi acquista un cellulare o una chiavetta Usb lo faccia. E i risultati dell'indagine commissionata dal precedente ministro Bray, rivelano che le 'copie private' realizzate rappresentano, di fatto, un numero esiguo (13%). fonte: Quìfinanza.it La protesta dei consumatori inizia a farsi sentire ma il ministro Franceschini allarga le braccia sostenendo di aver pensato una tassa per i produttori ma che viene scaricata indirettamente sui consumatori in maniera ingiusta. Caro ministro, bastava inserire nella norma un comma in cui veniva chiesto ai produttori, in caso di aumento dei prezzi, di giustificare il ritocco all'insù cercando di tutelare i consumatori. Troppo complicato vero?! Questa è l'ennesima tassa mascherata che infila ancora una volta le mani nelle tasche degli italiani: paghiamo di più per acquistare lo stesso smartphone rispetto ad un tedesco o a un francese a causa di questa nuova tassa e dell'IVA più elevata dell'UE; acquistiamo in Italia il carburante al prezzo più alto in europa (e di qualità scarsa); abbiamo la pressione fiscale più elevata al mondo, 44% ma che in realtà con le imposte indirette sfiora il 70%; abbiamo il costo del lavoro più alto in europa in base al livello di specializzazione professionale; ... e così l'Italia dovrebbe uscire dalla crisi?! ... con nuove tasse dovrebbero ripartire i consumi?! Continuiamo a prenderci in giro con la storia degli spread, con i capricci della Merkel, con Mare Nostrum, con la spending review... mentre sempre più paesi stanno meglio di noi e noi continuiamo a litigare su quali riforme fare prima; il tempo passa in fretta e la nuova riforma rischia già di essere obsoleta rispetto al giorno in cui è stata pensata, discussa e approvata. Appuntamento al prossimo articolo!
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