Le pubbliche amministrazioni non verseranno più l’Iva alle imprese ma direttamente allo Stato, con conseguenze gravissimeStangata, mazzata, norma spezza gambe, ormai sono finite le parole per classificare le ingiustizie perpetrate da questo governo ai danni delle imprese e dei lavoratori autonomi. Dopo aver ridotto ormai questi ultimi alla condizione di nuovi poveri, soprattutto dopo la riforma della partita Iva a regime dei minimi, il governo si è accanito contro le grandi, piccole e medie imprese, inserendo last minute una norma nella Legge di Stabilità, lo “Split Payment”, il pagamento spezzato, cioè gli enti pubblici non verseranno più l’importo dell’Iva alle aziende, cui pagherà solo l’imponibile, ma direttamente all’erario.
È una norma di facciata, coperta dalla volontà di impedire o comunque ridurre la grande evasione che gravita intorno ai lavori delle pubbliche amministrazioni. E fin qui ci siamo, è vero, ma in questo modo lo Stato ha sempre a disposizione denaro liquido, mentre le imprese sono costrette a pagare lo stesso l’Iva ai fornitori, le spese e i dipendenti, mentre riceveranno il compenso con rimborsi i cui tempi biblici sono ormai noti. È proprio questo lo split payment, un pagamento diviso, spezzato, che però complicherà molto la vita alle PMI, gravate ancor di più dall’attuale difficoltà di accedere al credito. Per fare un esempio, un’azienda che fattura 1 milione di euro di imponibile verso un ente pubblico dovrebbe incassare da quest’ultimo l’equivalente di 220 mila euro; grazie allo split payment questi soldi finiscono nelle casse dell’erario, in direttissima, invece di andare a coprire i costi che le imprese sostengono per pagare loro l’Iva ai propri fornitori. fonte: investireoggi.it Questa norma non contrasta minimamente l'evasione ma alimenta solamente l'odio verso un fisco sempre meno amico.
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